di Nathalie SIgnorini

C’è un video orribile che circola su fb in cui si vedono due uomini in divisa costringere in un angolo un uomo truccato da donna su un paio di tacchi altissimi (già solo per questo, innocuo dal punto di vista della minaccia fisica). Quest’ ultimo, stizzito e traballante, dà un colpetto alla mano del poliziotto a sinistra facendogli cadere qualcosa di così piccolo che non riusciamo a capire di che si tratti. Poi fa la stessa cosa con l’altro uomo in divisa. Ma il primo, quello che si è chinato a raccogliere l’oggetto indecifrabile, gli si avvicina di nuovo e gli sferra un cazzotto in piena faccia talmente forte che lo tramortisce a terra.

I commenti della gente sono agghiaccianti. Esultano, ridono, plaudono il gesto, propongono di estenderlo a tutti i “transgender”, “solo un pugno? Io gli avrei… “…  il resto dello schifo che ho letto ve lo risparmio. Tanti di questi “commentatori” nei mesi passati mi hanno chiesto l’amicizia su fb per via del mio lavoro a OVALmedia e mi hanno taggata in uno di questi post orrendi. Dovrebbero essere persone che essendosi battute contro le misure anti-pandemiche riconoscendo quanta libertà veniva sottratta a tutti, lottavano per la libertà di tutti, invece lottavano solo per la loro e infatti ora si vede: gridano “dagli al frocio!”.  Si comportano esattamente come quelli che accusavano. Hanno il loro capro espiatorio: il “gender”. Una parola contenitore di un’infinità di cose tutte mescolate, dietro cui questi tifosi da corrida nascondono semplicemente il loro antico disprezzo verso l’omosessualità e gli omosessuali. Il politically correct li ha costretti al silenzio per un po’, ma ora che finalmente ci stiamo liberando da questa gabbia mentale, c’è chi ne interpreta la lenta liberazione, e sono davvero tanti, come l’occasione finalmente di sfogare la fogna che coltivano dentro di loro. Per questo motivo godono a vedere due energumeni pestare un travestito e taggano un centinaio di persone a post per riderne tutti insieme. Gli stessi, ho verificato, hanno la bacheca piena di scene tratte da diversi gay pride o sfilate di moda con cui poter giustificare tutto il loro schifo. Non so a voi, ma se a me una cosa non piace la evito, non mi ci riempio la bacheca. Mi pare sempre più evidente che dietro le denunce giuste e condivisibili di pratiche ingiuste di sfruttamento come l’“utero in affitto”, per esempio,  in realtà ci sia un grande spartiacque invisibile. Lo dico chiaro e tondo: alla maggior parte di queste persone non frega niente delle donne in difficoltà economica che vengono piegate in uno sfruttamento estremo, gli dà solo fastidio che siano degli omosessuali a farlo, che Elton John o Nichi Vendola vi ricorrano, allora sì che la cosa è schifosa, uno scandalo, ma se lo fa Nicole Kidman, donna ed eterosessuale, non li destabilizza neanche un attimo… la maggior parte di loro, sono sicura, lo ignora. Le coppie eterosessuali che sfruttano i corpi di queste povere donne povere sono molte di più, ma ciò non pare turbarli. Importante che non lo facciano due uomini.  Mi ricordano tanto alcuni di quelli che ce l’hanno con Israele non davvero per come uccide, umilia, affama i Palestinesi, ma perché in verità detestano gli Ebrei, dei diritti dei Palestinesi non glien’è mai importato un fico secco, né mai gli importerà. 

Queste persone, appunto, sono purtroppo le stesse che nelle manifestazioni degli ultimi due anni e mezzo hanno gridato “libertà, libertà! ‘ pensando solo alla loro, senza capire una banalissima verità, cioè che la loro da sola non vale nulla se non è compresa in un principio estendibile a tutti. Presto verrà girato da qualcun altro un video praticamente uguale, ma al posto della persona sui tacchi ci sarà un “no-vax” che si sta ribellando a due delle forze dell’ordine. Uno di questi gli tirerà un pugno facendolo stramazzare al suolo e migliaia di coglioni, pro-vax, scriveranno: “solo un pugno? Io gli avrei… “

Quel giorno è dietro l’angolo.

Nathalie Signorini